Piante, fiori, frutti medicamentosi ed erbe aromatiche sono i veri tesori naturali della Calabria e della nostra Provincia: è una vera e propria "farmacia della natura", che trae la sua forza dal terreno, ricco di una grande varietà di minerali e di microclimi molto particolari. Un enorme patrimonio della nostra terra. Sono una cinquantina le piante officinali più note ed utilizzate nel nostro territorio, per la salute, per la bellezza ma anche per la cucina. Fin dall’antichità esse rappresentano le fonti medicinali offerte dalla natura per la cura di disturbi e malesseri.
Scoperte sperimentando casualmente il loro potenziale terapeutico, le piante medicinali sono state nel tempo analizzate, studiate e classificate nei loro componenti e principi attivi. E’ nato così un metodo di cura “dolce” che sfrutta il potenziale farmacologico contenuto nei principi attivi delle piante, riconosciute capaci di attivare reazioni biochimiche all’interno dell’organismo al pari dei medicinali della farmacopea ufficiale di cui spesso ne costituiscono le sostanze base con efficacia terapeutica. L'impiego più specifico per la salute è quello del distillato e del succo di bergamotto; una tradizione lungamente seguita che ha dato vita a una terapia controllata da precise ricerche scientifiche e che, se praticata nelle Stazioni termali e nei Centri benessere, potrebbe costituire l’idea innovativa vincente. La sua particolare azione terapeutica è legata all’azione vasotrofica, antiossidante, ristrutturante-rigenerativa e alla particolare atmosfera balsamica e aromatica.
Altri prodotti base a forte valenza curativa sono olio d’oliva e vino. Essi sono gli elementi portanti dela cosiddetta “dieta mediterranea”. E’ormai assodato da un’enorme quantità di lavori scientifici il ruolo svolto dal questa dieta. Olio d’oliva, un bicchiere di vino e il consumo regolare di pesce sono ormai universalmente noti come scudi naturali contro tumori e infarti. E’ possibile fare prevenzione con l'olio d'oliva extravergine. Che sia uno scudo naturale contro infarti e tumori lo hanno confermato due studi condotti sull'uomo, che hanno seguito precedenti test di laboratorio. I primi risultati delle ricerche, promosse dimostrano che la funzione antiossidante dei fenoli, agenti chimici naturali contenuti nell'olio d'oliva, svolge un'azione protettiva sia riguardo a malattie cardiovascolari come infarto, ictus e trombosi sia riguardo malattie degenerative come tumori e morbo di Alzheimer. Le ricerche sono state condotte da due enti diversi nel Centro per lo studio e la prevenzione oncologica di Firenze e nel Dipartimento di scienze farmacologiche dell'Università di Milano.
Ma i vantaggi dell'extravergine sono anche altri: l’olio d'oliva contiene piccole quantità di antiossidanti con effetto antinfiammatorio e antitrombotico. Anche al vino vengono attribuite virtù benefiche. Una ricerca, condotta dalla “Harvard school of public health, di Boston”, e pubblicata dal “New England Journal of medicine”,
condotta su 38 uomini privi di malattie cardiovascolari osservati per 12 anni ha evidenziato che: chi consuma vino da tre a quattro volte la settimana presenta un rischio di attacco cardiaco inferiore del 32% rispetto agli astemi. Naturalmente il consumo di alcol deve essere limitato a 30-40 grammi al giorno per gli uomini e 20-30 g.al giorno per la donna. Il vino ha il vantaggio di contenere un cocktail di sostanze flavonoidi dell'uva, che hanno mostrato notevoli effetti protettivi. Altre forme di assunzione, non per ingestione, possono avvenire. Per esempio con la
cosiddetta “vinoterapia”. I chicchi d’uva contengono infatti polifenoli, oligoelementi e preziose vitamine per combattere l'invecchiamento in quanto sono uno dei più potenti antidoti contro i radicali liberi. Inoltre hanno una profonda azione levigante, idratante e sono un ottimo nutrimento per la pelle per restituirla giovane ed elastica. Abbastanza richiesti sono ormai il massaggio con vino caldo ed estratti di vinaccioli d'uva micronizzati; l’immersione in vasca idromassaggio con vino rosso e acqua termale; il massaggio con olio di vinaccioli; il bendaggio caldo con vino ed olio essenziale di vinacciolo più idromassaggio con acqua termale ed olii aromatizzati tonificanti; il trattamento viso con olii essenziali ed estratto di vinaccioli d'uva.
In generale, riguardo alle terapie dermatologiche, esse si prestano quando i meccanismi fisiologici di rigenerazione tessutale sono deficitari o insufficienti ed e’ importante potere ricorrere ad un meccanismo di supplementazione. Oggi, per la prima volta è possibile mediante applicazioni terapeutiche non traumatiche e non invasive di induzione naturale del collagene, dell’acido ialuronico, dell’elastina, delle fibronectine, degli acidi nucleici con precursori che ne stimolano la produzione . Un impoverimento di collagene della pelle favorisce la comparsa di rughe, photoaging e di altri processi degenerativi. Il trattamento completo di ringiovanimento prevede, dopo opportuno drenaggio generale e del viso, con il nutrimento della pelle attraverso un pool di
molecole in grado di riparare le cellule invecchiate e di stimolare la loro replicazione e le funzioni metaboliche interne, riducendo, mediante un protocollo antiossidante, la presenza dei radicali liberi che tenderebbero a farle invecchiare e morire precocemente. Il nutrimento è costituito da estratti in polvere a base di vitamine, aminoacidi, fattori di crescita, molecole antiossidanti (anti radicali liberi), acidi nucleici, polipeptidi e principi attivi ad azione anti-jaluronidasi. A tale scopo, come già accennato, può essere molto utile un dispositivo transdermico che veicola i principi attivi facendoli penetrare in modo privilegiato fino ai recettori specifici nel punto sede di lesione o di inestetismo. Si innesca così il fisiologico processo di liberazione di grandi quantità di fattori di crescita propri. Ciò permette l'avvio della ristrutturazione del derma in tutta l'area trattata con un visibile miglioramento decisamente importante delle smagliature ma anche di rughe e cicatrici. Una strategia terapeutica mirata non può prescindere dal ripristino degli equilibri
metabolici del microcircolo venolinfatico e il conseguente miglioramento del metabolismo a livello della matrice interstiziale e dei meccanismi che regolano il benessere dei tessuti. La terapia vasotrofica mirata si basa anche sull’utilizzo di derivati fitoterapici come la diosmina, la rutina e la centella. Risultati importanti con il sistema transdermico possono essere ottenuti mediante farmaci vasoattivi ad azione drenante del linfatico generale e distrettuale. L’apparecchio di hydroelettroforesi è il suddetto mezzo avanzato per la cura degli inestetismi della pelle e per patologie d’organo, con i limiti attuali di penetrazione di 10 cm, come dimostrato da studi negli animali da esperimento e dai lavori pubblicati su riviste internazionali.
Questa metodica utilizza una via d’introduzione più razionale che permette ai principi attivi di arrivare, lasciando la cute integra, direttamente al focolaio di lesione senza danni per zone non interessate all’intervento curativo. I farmaci svolgono la loro azione in minor tempo, in maggiore concentrazione e con minore quantità impiegata Altri risultati positivi sono: maggiore durata dell’azione; maggiore efficacia terapeutica; assenza di effetti collaterali; assenza di effetti sistemici; assenza di controindicazioni; innocuità tossicologica; ripresa rapida attività motoria; riduzione numero guarigioni incomplete; riduzione numero giornate malattie. La metodica Farma t.e.b. mediante l’azione di principi attivi di farmaci o fitofarmaci arricchiti dai principi attivi del succo di bergamotto o derivati di esso, è un ausilio importante per la cura di inestetismi della cute, per il potenziamento muscolare, per la terapia del dolore, per patologie d’organo
specie quelle non curabili con altre metodiche efficaci. Espandendo brevemente oltre i prodotti di cui al titolo (agrumi, olio e vino), molti altri ingredienti della dieta mediterranea hanno effetti benefici. Un ulteriore studio, apparso sempre sul New England Journal of medicine (tra i ricercatori, il Professor Attilio Giacosa, direttore della Gastroenterologia e Nutrizione clinica dell'Istituto per la ricerca sul cancro di Genova) dimostra che alcuni cibi hanno potenzialità protettive nei confronti dei tumori. Soprattutto verdure e frutta. Ma anche certe fonti di proteine sono importanti: il pesce è preferibile alle carni, dal momento che può prevenire sia il
tumore all'intestino, sia quelli alla mammella e alla prostata.
Ma la nuova frontiera degli studi sugli effetti preventivi degli alimenti riguarda il rapporto ambiente-genetica. Molte situazioni genetiche dei singoli individui possono essere favorite o meno dall' alimentazione:l a dieta può quindi “modulare” la genetica. L’acido folico (contenuto in verdure e legumi) assunto in gravidanza, incide sulla capacità di riprodursi. Alcune fibre, tipo la crusca, vengono metabolizzate nell’intestino e fermentate, producendo acido butirrico che favorisce l’apoptosi, ovvero il “suicidio programmato delle cellule. Queste infatti, attivano un meccanismo di “auto pulizia”, che elimina quelle pericolose. Infine non si dimentichi l' alimentazione corretta, che previene la cosiddetta sindrome metabolica, che presenta obesità addominale con ipertensione e glicemia elevata (anticamera del diabete), dovute alla mancanza di moto e a un'alimentazione eccessiva e scorretta. Da evitare anche il consumo eccessivo di cibi apparentemente "innocui" come la pasta, da anni non più integrale e quindi composta dai soli carboidrati semplici. Essa potrebbe alzare il livello degli zuccheri nel sangue stimolando la produzione di insulina che li abbatte. Ma l'insulina può stimolare la moltiplicazione incontrollata di cellule della mammella dell'intestino e della prostata, favorendo i tumori.
Focus scientifico sul bergamotto .
Il succo di bergamotto, grazie all’azione sinergica dei suoi componenti (contiene i 18 amminoacidi precursori del collagene) e all’elevato contenuto in bioflavonoidi si integra nel delicato equilibrio dei sistemi fisiologici di difesa. Potente antiossidante è inibitore dei radicali liberi, soprattutto sul comparto costituito dai vasi e, in particolare, sull’endotelio vasale. Per proteggere l’endotelio lo è comunque indispensabile un complesso antiossidante. Il motivo essenziale risiede nel fatto che qui prevale il convergere dei vari ROS verso il radicale idrossido, il più potente ossidante. Con l’impiego di nuovi mezzi terapeutici i vasi si rimodellano, diventando sempre più simili a una vascolatura normale: meno permeabili, meno dilatati e meno contorti con miglioramenti funzionali: calo della pressione interstiziale, aumento dell'ossigenazione, migliore penetrazione dei farmaci. Anche altri farmaci, possono così esser trasportati con più efficienza, e possono svolgere la propria azione sui tessuti interessati da processi patologici.
Il succo di bergamotto è in grado di contrastare i processi ossidativi innescati dai radicali liberi dell'ossigeno, ritenuti responsabili dell'invecchiamento cellulare precoce. presentano attività antinfiammatoria e antiallergica e riducono la permeabilità e la fragilità capiIlare. Svolge attività antiossidante e radical scavenger: I flavonoidi rappresentano un'importante strategia preventiva per rafforzare le difese antiossidanti endogene. Numerosi studi scientifici hanno evidenziato che i flavonoidi presentano un'efficace azione di contrasto alla formazione delle specie reattive dell'ossigeno (ROS), che risultano coinvolte nella modificazione ossidativa del DNA, dei Iipidi e delle proteine, processi alla base dell'invecchiamento, delle degenerazioni di tipo tumorale e di numerose altre patologie di tipo neurodegenerativo, infiammatorio o cardiovascolare. In particolare, l'esperidina migliora il trofismo del collagene interstiziale rendendolo più stabile, inibisce la formazione degli enzimi lisosomiali responsabili del danneggiamento dei mucopolisaccaridi della parete endoteliale e rappresénta la sostanza più efficace nel determinare la stabilità metabolica dei proteoglicani di parete e la resistenza della parete venulo-capillare. I flavonoidi stimolano la sintesi del collagene e dell' elastina della parete dei vasi aumentandone la tonicità e la resistenza. Fissandosi alla membrana cellulare dell'endotelio vascolare contribuiscono alla sua stabilizzazione e favoriscono i processi troficoriparativi dei capillari danneggiati. I bioflavonoidi esercitano un'azione di contrasto alla cicloossigenasi e frenante sulla trasformazione dell'acido arachidonico in trombossano, precursore dei trombi piastrinici. Esercitano un'azione coadiuvante nella sintesi di composti prostociclino-simili, di conseguenza migliorano la dinamica emoreologica del microcircolo e la velocità di flusso. L'azione antiperossidasica e di neutralizzazione dell'ossidazione delle LDL, previene il processo ateromasico e riduce i danni dei processi arteriosclerotici. Inoltre svolge un ruolo importante nell’accelerare e controllare l’attività riparativa del tessuto interessato dall’evento lesivo.
Grazie anche all’azione degli AA.arginina e ornitina sul metabolismo del t.muscolare, la pompa
muscolare e la pompa respiratoria potenziano l’azione emocinetica attraverso un miglioramento del meccanismo ritmico di compressione e decompressione sulla parete dei vasi superficiali e profondi satelliti delle arterie. La loro azione viene potenziata dalla vis a tergo attraverso le compressioni esercitate sulle vene profonde del piede dalle contrazioni dei muscoli plantari e sulle vene superficiali delle estremità attraverso lo stiramento della pelle(« pompa cutanea »). L’aumento della velocità del sangue migliora gli scambi gassosi, l’apporto nutritizio e la rimozione dei cataboliti, azioni che incidono a loro volta positivamente sul trofismo tissutale, evitando soprattutto la formazione di un’eccessiva quantità di tessuto di granulazione la cui persistenza si tradurrebbe in danno alle stesse strutture con possibili evoluzioni anomale. Tale azione si esplica, ogni qual volta venga alterato l’equilibrio della bilancia ossidativa, attraverso la distruzione perossidativa dei fosfolipidi delle membrane biologiche, processo che rappresenta uno dei principali meccanismi di danno cellulare da azione erosiva.
Al succo di bergamotto è collegato anche un nuovo sistema terapeutico di induzione naturale
del collagene (GPLL8) che ne stimola la naturale produzione in caso di diminuizione progressiva negli anni che determina l'invecchia-mento della pelle. Se non opportunamente stimolata, la riduzione di collagene della pelle favorisce la comparsa di rughe e photoaging. E’ una tecnica progressiva che si realizza in un solo momento: senza alcuna preparazione domiciliare, ci si sottopone fino ad un massimo di cinque trattamenti mediante terapia con veico-latore transdermico (farma t.e.b.), a cui non occorre mai far seguire ulteriori fasi di chirurgia mini invasiva. Il trattamento di ringiovani-mento inizia con il nutrimento della pelle attraver-so quel pool di molecole in grado di riparare le cellule invecchiate e di stimolare la loro repli-cazione e le funzioni metaboliche interne, riducendo mediante un protocollo antiossodante la presenza dei radicali liberi che tenderebbero a farle invecchiare e morire precocemente. Il nutrimento è costituito da preparazioni in crema a base di vitamine, fattori di crescita, molecole antiossidanti (anti radicali liberi), precursori degli acidi nucleici e polipeptidi. In questo modo la pelle inizia ad essere "preparata", le strutture cellulari si riorganizzano, i fibroblasti aumentano la produzione di collagene e di elastina e le strutture fra le cellule si rafforzano. La pelle, così, inizia ad acquistare luminosità e diventa più consistente e più tonica. Una volta nutrita la pelle viene sottoposta ad una serie di trattamenti çhe veicolano nel derma profondo prodotti ancora più specifici e in concentrazione ancora maggiore rispetto alle creme, senza l'utilizzo di aghi. Viene infatti utilizzato un dispositivo che veicola sottocute i principi attivi facendoli penetrare in modo privilegiato. Si innesca così il fisiologico processo di liberazione di grandi quantità di fattori di crescita propri. Ciò permette l'avvio della ristrutturazione del derma in tutta l'area trattata con un visibile miglioramento di rughe, cicatrici e smagliature. La pelle trattata non presenta edemi o ematomi ed è possibile presentarsi al lavoro senza i segni del trattamento cui si è appena sottoposti, con una pelle decisamente ringiovanita. I vantaggi di questa metodica progressiva sono l'assoluta assenza di rischi e di arrossamenti, come invece spesso accade dopo i trattamenti laser . Si ottiene così il miglior risultato possibile. Per potenziare ulteriormente la produzione di collagene è sufficiente proseguire con l'applicazione dei prodotti domiciliari. Focus scientifico sull’olio di oliva
Il principio attivo in questione è l’”olea europeina”. Esperimenti biomimetici in fotoprotezione cutanea da biomolecole dell'Olea europeina in coltura cellulare tridimensionale per valutare i danni indotti dalle radiazioni ultraviolette, ad es. UVB, sulla cute di animali in condizione di stress ossidativo indotto hanno consentito di valutare le protezioni con le fitomolecole antiossidanti guidate attraverso la pelle per repulsione elettrostatica e/o elettrosmosi per elettrotransdermoforesi mediante un particolare campo elettrico a bassa intensità; questa tecnica innovata nel trattamento cosmetico professionale con derivati secondi dell'ulivo, dopo valutazione in vivo hanno dimostrato l’efficacia delle fitomolecole dell’ulivo applicate in elettrotransdermoforesi. ’olea europeina è consigliata nelle malattie croniche, nelle diete ipocaloriche, ma soprattutto nella prevenzione dei tumori. In recenti studi all' Università di Bari i risultati hanno messo in evidenza che gli acidi grassi monoinsaturi si associano ad una ridotta mortalità. In particolare 15 gr. al giorno di acidi grassi monoinsaturi si associano ad un 20% di riduzione di mortalità nella popolazione anziana ultra sessantacinquenne. Conferme in tal senso giungono anche dal dipartimento di epidemiologia dell'Università di Atene che ha condotto studi-controllo dai quali si evince che l'incidenza di mortalità risulta più bassa nei paesi mediterranei dove l'olio di oliva copre una quota sostanziale dell'apporto di grassi. Proprio perché ricco di vitamina E, l'olio extra vergine di oliva possiede un grande potere antiossidante ed è quindi indicato nelle diete ipocaloriche, aumenta inoltre il colesterolo buono. Il concetto di “tipicità” di prodotti e alimenti La grande ricchezza dell’agricoltura e dell’industria alimentare risiede nella tipicità delle materie prime e dei processi: la globalizzazione non può mettere a rischio queste peculiarità. La nostra Provincia (Reggio Calabria) dispone di una ricchezza e di una varietà di prodotti alimentari e sapori uniche al mondo. Tutto ciò non è casuale, bensì frutto di una millenaria cultura che s’intreccia con la storia, l’arte e l’ambiente. Oggi il nostro export agroalimentare ha raggiunto circa 30M€ all’interno di un trend espansivo dell’intero export regionale (negli ultimi anni è aumentato a il 3% dell’export nazionale recuperando un enorme ritardo) e la nostra immagine nel mondo è spesso abbinata ai grandi vini e ai prodotti agroalimentari d’eccellenza. La globalizzazione intesa come opportunità di scambio può aiutare questo processo a condizione che anche i piccoli e i medi operatori dotati di grandi potenzialità possano giovarsene. Per fare ciò è necessaria coesione e coordinamento tra produttori agricoli,società, cultura locale, pubblica amministrazione, imprese. Oggi il target di consumo è curioso e attento ovunque. Perciò bisogna offire prodotti sani, buoni e se possibile a un giusto prezzo. Un’attenta garanzia della filiera è già un buon punto di partenza per difendersi dai rischi di contaminazione ‘territoriale’. La globalizzazione del gusto non costituisce di per sé una minaccia se c’è la consapevolezza del consumatore in merito all’origine delle materie prime impiegate e dei metodi di produzione adottati. Anzi può costituire un’opportunità qualora le imprese agroalimentari italiane riescano a diffondere nel mondo la peculiarità delle loro produzioni, intimamente legate al territorio di origine e all’esperienza maturata nei processi di lavorazione e trasformazione. Il nuovo consumatore è disposto a pagare, se ciò risponde a criteri di qualità e gusto. A questo scopo va assolutamente combattuto il fenomeno delle imitazioni e delle contraffazioni. Basti pensare, ad esempio, che il cosiddetto “Italian sounding” sul mercato Usa viene stimato almeno 10 volte in valore superiore all’effettivo consumo di “Made in Italy” certificato, considerando tutti i settori esportativi. La promozione e difesa dei marchi e dell’origine è quindi il principale problema per tutelare e valorizzare la “tipicità” e la penetrazione sui mercati internazionali. E’ importante intervenire con prodotti e servizi appositamente costruiti sulle esigenze delle diverse filiere — dal vino all’olio e all’ortofrutta — con progetto finalizzati “Agricoltura di qualità” con la certezza che solo attraverso un corretto rapporto tra attività produttiva e trasformazione industriale si possa correttamente valorizzare il nostro grande patrimonio agroalimentare.
La tutela del marchio individuale per ogni azienda è la risposta più intuitiva e viabile. Con il consorziamento la tutela si allarga all’origine del prodotto ma non necessariamente diventa più efficace in termini competitivi. Vari fattori ostacolano l’implementazione delle difese delle denominazioni di origine: la normativa generale è carente nella armonizzazione degli interessi di tutela con quelli commerciali ed economici e non riconosce a sufficienza la piccola produzione, la quale è la prima forma di salvaguardia delle tipicità locali, è ancora carente il “sapere” alimentare dei consumatori e quindi la capacità di selezionare i prodotti qualitativi, il WTO non consente ancora difese adeguate e lascia ampi margini di azione a paesi che puntano sulla imitazione di prodotti europei molto noti, generando confusione in acquirenti poco informati.
Riepilogando, gli attuali marchi di garanzia possono essere ulteriormente migliorati, con etichette più trasparenti e tracciabilità chiara dei componenti. Va fatto conoscere tutto il territorio italiano, coperto da DOP e IGP con azioni strategiche pubbliche che permettano anche alle piccole aziende, che non possono sostenere costose campagne pubblicitarie, di beneficiare di questo “asset” nazionale. Attualmente infatti esse tendono a limitarsi al mercato interno, dove la cultura enogastronomia salvaguardia le nicchie qualitative (ma per quanto ancora ?). Una azione pubblica coordinata favorirebbe la crescita dei consorziamenti, necessari per superare la frammentazione e condividere costi di promozione e gestione produttiva massicci, tipici dei mercati internazionali.
Investimento in R&S e Innovazione
Si deve incentivare l’investimento in R&S nell’agricoltura lanciando progetti di territorio e di filiera finalizzati. Innovazione e ricerca sono infatti due tasti molto dolenti. L’innovazione è la chiave strategica del successo delle produzioni agroalimentari di qualità. Solo attraverso processi innovativi è possibile replicare su scala industriale le caratteristiche organolettiche osservate nelle produzioni artigianali, realizzate in quantità limitate, fornendo adeguate garanzie per il consumatore. Va peraltro notato che l’investimento in agricoltura è sempre più legato ad una visione etica della stessa. Non si ragiona più in termini di maggiore produttività e meno lavoro (ovvero più macchine), ma di una giusta produttività (non invasiva per il territorio naturale) e più produzioni consapevoli. Insomma, oggi in agricoltura vale un pensiero etico complesso
e sociale. L’innovazione e la ricerca vanno sostenute con risorse adeguate. Importante allora diventa il ruolo delle istituzioni finanziarie e della finanza pubblica, soprattutto su base regionale e locale, in linea con la “devolution” delle funzioni di promozione delle attività produttive locali. Come per i consorziamenti ai fini dei marchi e della tutela di origine territoriale, anche gli investimenti di R&S, per essere sostenuti, necessitano di una ampia base collettiva di imprese che superi la frammentazione produttiva. Questo tipo di investimenti (interamente ammortizzabili ora secondo certi principi in bilancio), possono infatti anche supportare specifici progetti di filiera che comportino un reale sviluppo sul territorio. L’importante è che le risorse siano destinate a ciò che è veramente ricerca e che il cui utilizzo possa generare valore. Il campo della ricerca e sviluppo è rimasto uno dei pochi (insieme all’obiettivo “Convergenza”) in cui la UE
permette, e dispone anche con propri fondi, agevolazioni creditizie alle imprese. Il problema, almeno in Italia, sono piuttosto i tempi troppo lunghi tra istruttoria ed effettiva erogazione. Sarebbe utile ed efficace prevedere anche incentivi automatici e/o sgravi di imposta per quelle imprese che realizzano attività di R&S per la valorizazione dei prodotti agroalimentari. E’ comunque decisiva anche l’azione degli istituti di credito a favore delle immobilizzazioni immateriali, che consentono di sviluppare vantaggi competitivi per le imprese che si muovono in mercati sempre più concorrenziali. E’ auspicabile una maggiore sensibilità da parte della finanza pubblica e privata in questa direzione.
La rete distributiva
Nella grande distribuzione sempre più spazio sui banconi va anche alle produzioni di nicchia. La grande distribuzione è la realtà commerciale più importante e allora ben vengano i canali distributivi moderni e gli spazi attrezzati sui banconi delle grosse società di distribuzione. Restano però alcuni problemi riconducibili al forte potere contrattuale dei grandi distributori, che troppo spesso si mostrano interessati solo ai volumi di vendita. Anche la scarsa conoscenza delle produzioni tipiche contribuisce a rendere improbabile la corretta percezione di qualità da parte dei consumatori, caratteristica spesso associata più ai prezzi elevati che ai caratteri organolettici pregiati. Fino a ieri i prodotti di nicchia erano relegati in esclusivi negozi o enoteche ed erano inaccessibili al grande pubblico. Oggi qualcosa sta già cambiando e qualcuno si è convertito ai prodotti provenienti da piccole realtà agricole disseminate in Italia e nel mondo. E questo un importantissimo segnale di cambiamento, che offre ai consumatori una più ampia gamma di sapori che parevano quasi completamente cancellati dall’ omologazione effettuata dalla grande industria. E’ quindi indispensabile sostenere con convinzione questi processi, certi che anche questa sia innovazione nell’interesse di uno sviluppo più equilibrato, sul piano economico e sociale, del territorio.
Dati settoriali
L’industria alimentare con le sue 6.500 piccole e grandi aziende e i suoi 400mila addetti rappresenta il secondo comparto nazionale dopo il manifatturiero, con un PIL ben superiore ai 100 miliardi annui. Sul fronte esportativo il settore è caratterizzato da una relativa tenuta, pur
nel quadro generale di difficoltà competitiva della nostra economia. Il deficit della bilancia alimentare sembra stabilizzato anche grazie a un contenimento delle importazioni. La Germania, principale cliente estero, assorbe il 17,7% dell’export italiano (nel 2007 dopo anni di stagnazione la domanda tedesca è cresciuta del 5% rispetto al 2006); gli Stati Uniti hanno il 12,3% (-1,2%) e la Francia l’11,9% (+6,1%). In aumento l’export verso il Regno Unito (+10,4%), la Polonia (+38,6%) e la Russia (+17,6%). L’incidenza del fatturato export sul fatturato totale è migliorata negli ultimi anni (dal 14% del 2005 si è passati al 16% nel 2007), grazie anche al prestigio crescente della cucina italiana, ma è ancora al di sotto del 20% francese e del 22% tedesco. Per quanto riguarda specificamente la Calabria, secondo le stime elaborate dai principali istituti di ricerca nazionali, nel 2006 il PIL regionale sarebbe cresciuto in un intervallo compreso tra lo 0,5 e l’1,3 per cento, recuperando solo in parte la diminuzione dell’anno precedente (2,1 per cento); la crescita è da ascrivere principalmente all’andamento delle costruzioni e di alcuni comparti dei servizi. Nel settore agricolo le quantità raccolte sono diminuite in tutte le principali coltivazioni regionali. Sono cresciuti i flussi turistici in regione, pur rimanendo geograficamente poco diversificati e concentrati nei mesi estivi. Il numero di passeggeri transitati negli scali aeroportuali della regione è cresciuto di oltre un quarto. Per quanto riguarda gli scambi con l’estero, in base alle informazioni dell’Istat, nel primo semestre del 2007 il valore delle esportazioni è cresciuto del 38,6 per cento rispetto allo stesso semestre dell’anno precedente. Questo dato si compara con una crescita nazionale del valore delle esportazioni pari all’11,7 per cento, di cui circa i tre quarti sono dovuti alla crescita dei valori medi unitari. Il maggiore contributo alla crescita è stato apportato dalle esportazioni di macchine e apparecchi meccanici, di prodotti chimici, di mezzi di trasporto; sono invece diminuite le esportazioni dei prodotti agricoli, tessili e dell’abbigliamento. Le importazioni hanno raggiunto il valore di circa 290 milioni di euro, in aumento del 5,0 per cento rispetto al primo semestre del 2006.
Per quanto riguarda il bergamotto, nel corso degli anni si é avviato presso alcune industrie calabresi un processo di miglioramento e adeguamento degli schemi di produzione, incentrato soprattutto sull'utilizzazione di apparecchiature di estrazione analoghe a quelle usate per la produzione degli altri succhi agrumari bevibili. I primi risultati sono stati incoraggianti e si è avuta la conferma che anche dal bergamotto è possibile ottenere un succo dai buoni requisiti organolettici quando vengano rispettati i dettami di una moderna tecnologia già sperimentata con gli altri agrumi. Il succo può trovare utilizzazione da solo, opportunamente diluito e zuccherato, o miscelato con altri succhi agrumari o "tropicali". Ma è sulla nota a bergamotto che
occorre puntare... La sua nota amara può essere considerata gradevole e si somma alle altre peculiari caratteristiche per cui i succhi di agrumi in genere sono ben accetti al palato umano. Queste considerazioni piuttosto recenti hanno determinato un rifiorire di interesse e di studi della composizione del succo di bergamotto. Alle indagini che in passato avevano determinato la conoscenza di alcuni dei principali componenti (zuccheri, acidi organici, componenti minerali, flavanoni, vitamina C), si sono aggiunti recentemente studi approfonditi sui carotenoidi, sugli amminoacidi, sull'acido malico, sui componenti polifenolici e sulla vitamina B1.-
In ogni caso il bergamotto dà origine a molteplici usi e prodotti: per frizioni, essenze da diluire per lavaggi o ingestione, aromaterapia, ecc. Un recente programma di ricerca sta studiando i vantaggi come alimento lipolitico per la cura della ipercolesterolemia (vedi Il succo di bergamotto nella ipercolesterolemia – Barbera, Pendino, Trafiletti, Scamardi, Bagnato, Sotolotta – Cattedra di Cardioangiologia Università di Messina). Un ultimo accenno va fatto all’apparato elettromedicale di veicolazione transdermica, efficace in modo rapido e visibile sia per l’estetica che per cure di varie patologie. E’ intuitivo il potenziale produttivo e commerciale relativo alle vacanze e soggiorni benessere localizzati in Regione, con la conseguente destagionalizzazione dell’industria turistica. Fra l’altro, esso è portatile e consente di praticare le terapie a domicilio (vedi deospedalizzazione).